- La sovranità
- La sovranità monetaria e gli interventi limitativi
- La sovranazionalità e l’incensurabilità delle criptovalute
- Un nuovo superamento della sovranità: La cripto valuta Diem
- Conclusioni
1. La sovranità
L’approfondimento e lo studio della presente tematica non può prescindere da un’analisi del concetto di sovranità utile alla comprensione di quanto le cripto valute possano incidere sulla c.d. sovranità monetaria degli Stati.
La sovranità[1] è definita un potere originario, nasce con lo Stato e cessa con esso, è incensurabile ossia non è condizionabile da alcun altro potere, né interno allo Stato, c.d. sovranità interna, né da condizionamenti o poteri di altri Stati, c.d. sovranità esterna.
Il concetto di sovranità, più volte rimaneggiato nei secoli nella sua essenza, è comunemente inteso come mantenimento delle decisioni entro i confini nazionali, in altri è in uso individuare la sovranità nell’indipendenza decisionale[2].
La moderna concezione di sovranità, quella più diffusamente accolta nella coscienza collettiva, è da ricondursi alla Pace di Vestfalia[3] considerata dagli storici l’attimo saliente in cui viene a coniarsi una nuova concezione di sovranità, quella che Stephen Krasner, apprezzato professore di relazioni internazionali della Stanford University, ha definito come: “un assetto istituzionale per l’organizzazione della vita politica che si basa sulla territorialità e sull’autonomia. Gli Stati esistono in territori specifici. All’interno di questi territori, le autorità politiche nazionali sono gli unici arbitri del comportamento legittimo”[4]. Il “modello Vestfalia” individua i suoi principi di riferimento nei trattati di Münster e di Osnabrück, principi che daranno luogo al nuovo assetto internazionale per oltre due secoli e mezzo.
Già nel secondo dopoguerra assistiamo ad una ridisegnazione del perimetro della sovranità, inquadrata nei confini dei principi indicati dalle carte fondamentali. Secondo Gunter Teubner, il nostro tempo è caratterizzato dalla presenza di “costituzioni settoriali” che sono caratterizzate dall’esigenza di rispondere a dinamiche sociali ed economiche, piuttosto che all’esercizio dei poteri costituzionali, la globalizzazione diventa il massimo decentramento del potere di estensione orizzontale, il non luogo, l’invisibilità assunta dal potere stesso[5].
L’Europa nella sua architettura politica richiede il superamento dello Stato nazionale, ossia a quell’esercizio della sovranità a cui si affidavano l’universalismo dei diritti dell’uomo, l’universalismo delle religioni e l’universalismo delle ideologie rivoluzionarie del secolo scorso.
David Lake, docente di scienze sociali, evidenzia come si può delegare sovranità a un’organizzazione internazionale, ma vi può anche essere il raggruppamento della sovranità in sede internazionale[6]. Con riferimento all’esperienza politica fornita dall’Unione Europea si assiste più che ad una cessione di sovranità ad un raggruppamento di sovranità[7].
2. La sovranità monetaria e gli interventi limitativi.
L’emissione della moneta da parte di uno Stato è un’estrinsecazione della propria sovranità, attraverso l’esercizio del potere di emettere o stampare moneta in linea con le proprie scelte di politica monetaria. La sovranità monetaria prevede l’esistenza di una legge dello Stato che istituisce la c.d. “moneta a corso legale”, imponendone l’accettazione da parte di tutti gli attori economici operanti nel territorio dello Stato sovrano e la conseguente centralizzazione dell’emissione[8] in unico centro decisionale ed operativo caratterizzato da una sola Banca centrale e una sola Zecca dello Stato.
L’articolo 3 del trattato di Lisbona (TFUE) ha attribuito in via esclusiva alla UE la sola “politica monetaria”, rimanendo le politiche fiscali e quelle economiche di pertinenza degli Stati. E’ di fondamentale importanza cogliere la differenza tra i due concetti di: “politica monetaria” e di “sovranità monetaria”. Con l’espressione politica monetaria si fa riferimento a tutti gli strumenti, gli obiettivi, gli interventi, posti in essere dalle banche centrali per regolare l’offerta di valuta; diversa è la sovranità monetaria riguardando, quest’ultima, il diritto esclusivo di uno Stato di coniare moneta.
L’attuale ordinamento funzionale europeo, vede la politica monetaria esercitata in regime di monopolio dalla Banca Centrale Europea e riguarda solo le banconote, il diritto di coniare moneta metallica, invece, appartiene ancora a pieno titolo agli Stati aderenti all’UE e ciò in ragione dell’assenza di una norma che disponga il contrario[9].
Si appalesa, pertanto, come la sovranità monetaria dei Paesi UE sia stata abdicata in favore della BCE, alla quale è riconosciuta personalità giuridica distinta da quella dell’UE, nonché piena indipendenza sia dai governi dei Paesi membri, sia dalle altre istituzioni e dagli organi comunitari (art. 282, n. 3 del Trattato sul funzionamento dell’UE).
La BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote all’interno dell’area dell’euro, la gestione delle riserve valutarie ufficiali dei Paesi nell’area dell’euro, la politica del cambio con Paesi terzi e la promozione del buon funzionamento del sistema dei pagamenti. Inoltre, unitamente alle banche centrali nazionali partecipanti al SEBC, la BCE formula la politica monetaria per l’area dell’euro, in coerenza con l’obiettivo primario della stabilità dei prezzi, individuando le linee strategiche da seguire, le modalità con cui condurre la politica monetaria, gli strumenti da utilizzare, adotta gli indirizzi e le decisioni necessarie ad assicurarne l’attuazione.
Non si può revocare in dubbio che l’assoggettamento degli Stati al sistema della moneta unica ha comportato una progressiva ed irreversibile “dispersione” della sovranità, a tal riguardo il Prof. Vincenzo Caianiello aveva chiaramente prospettato, all’indomani dell’adozione della moneta unica da parte degli Stati aderenti, un «punto di non ritorno» che “rende irreversibile il processo di integrazione ed avvicina la meta di uno Stato federale avente caratteristiche analoghe a quella Sovranità che finora è stato patrimonio esclusivo degli Stati nazionali”[10]
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3. La sovranazionalità e l’incensurabilità delle criptovalute
La sovranità monetaria[11] nasce quando lo Stato si fa garante del rapporto fiduciario su cui si basa il valore della moneta, proponendosi anche come regolatore dell’economia.
La crisi che investe la sovranità monetaria è caratterizzato da una serie di fattori i quali trovano fondamento nella crisi dello Stato regolatore, in particolare nel venir meno del ruolo esclusivo dello Stato nel coniare moneta, un monopolio messo ulteriormente in discussione dall’avvento della criptovaluta.
Il nuovo paradigma economico, rappresentato dalle criptovalute, ha come obiettivo quello di prescindere completamente dalla sovranità poiché non soggetta ad alcun controllo statuale, anche in termini di emissione[12], quest’ultima attuata attraverso l’attività svolta dai miners (c.d. mining).
La superiore osservazione è stata affrontata nel lavoro condotto da Lo Bianco, il quale, dopo attente analisi del fenomeno, giunge ad acclarare come: “l’intimo rapporto tra sovranità e moneta è stato definitivamente superato dalla digitalizzazione radicale nella quale le banche dati contano di più delle banche centrali”[13].
Il premio Nobel per l’economia Frederich Von Hayek nella sua nota opera: “The Nationalization of Money: An Analysis of the Theory and Practice of Concurrent Currencies”, valutò gli effetti di un sistema privo del monopolio governativo nell’emissione della moneta.
Hayek dichiarò di non sperare nel ritorno a un denaro meritevole di tale nome, se non spogliando il governo del monopolio[14] ed attribuendo il compito dell’emissione alla concorrenza tra imprese private. In un contesto in cui la cartamoneta viene offerta in concorrenza da soggetti pubblici e privati[15], i cittadini e gli operatori economici possono scegliere liberamente la valuta con la quale portare a termine le transazioni, la scelta ricadrebbe sulla moneta con un potere d’acquisto stabile rispetto a un paniere dei beni oggetto di negoziazione aperta e ampia sui mercati internazionali.
Hayek, anticipando ciò che sarebbe avvenuto negli anni avvenire, profetizza come il piano di introdurre una valuta europea avrà l’effetto di dare ulteriore forza a tutti i mali monetari, vale a dire il monopolio dell’emissione del controllo della moneta.
Alla luce delle valutazioni di Hayek, il quale non ha conosciuto l’avvento delle cripotvalute, potremmo considerare il fenomeno Bitcoin non in senso allarmante, ma come un’opportunità per giungere ad un potere d’acquisto stabile in un sistema di emissione della moneta in concorrenza tra soggetti pubblici e privati, che consenta agli operatori la scelta della moneta più forte.
In tal senso il Bitcoin, volendo citare la più nota tra le criptovalute, appare un valido competitor nell’emissione della moneta capace di mettere in discussione il monopolio governativo in ragione delle sue caratteristiche intrinseche che sono:
La quantità limitata, invero, i Bitcoin emessi non potranno superare 24 milioni entro l’anno 2140, questo fa del Bitcoin una moneta “forte” e come tale può essere considerata “riserva” da accantonare. In quest’ottica non è mancato chi ha parlato di “Bitcoin standard” facendo riferimento al ben noto sistema aureo “gold standard”.
L’altro aspetto che caratterizza la sovranazionalità, è la sua incensurabilità rappresentata dalla gestione che avviene interamente in rete. Non esiste su di essa alcun intervento di politica economica o monetaria, non è interessata da inflazione né i flussi sono manovrati da banche centrali di qui la sua incensurabilità.
Il luogo di scambio e di emissione del Bitcoin, come delle altre criptovalute, è la rete Internet, direttamente in sistema peer-to-peer e senza alcuna autorità di controllo, di intermediazione e di governo. I costi delle transazioni sono di gran lunga più bassi rispetto a quelli che avvengono tra istituti di credito, in tal modo compratori e venditori non hanno costi aggiuntivi.
Il creatore di Bitcoin, noto con il pseudonimo di Satoshi Nakamoto ha il primato di aver risolto il problema della falsificazione delle transazioni mediante il controllo e la verifica delle transazione attraverso la c.d. proof of work[16], operata per ben tre volte per ogni operazione, tale sistema evita il problema della c.d. double spending e nessun attore di tale meccanismo ha interesse a corrompere tale sistema essendo interesse dei miners portare a temine la prova di lavoro, tale verifica, infatti, una volta completata, permette loro di ottenere un ricompensa in Bitcoin di fatto coniando in tal modo nuova cripto moneta.
Le criptovalute sono inoltre caratterizzate dalla facilità d’impiego avvenendo lo scambio interamente sulla rete internet, inoltre viene conservata dall’utente, sull’e-wallet (portafoglio elettronico) del proprio pc o sulla blockchian, senza l’ausilio di banche o enti che garantiscano la custodia. L’utente ha quindi la disponibilità immediata del proprio denaro nel pieno rispetto della riservatezza, aspetto non trascurabile se consideriamo che tutte le operazioni sui conti correnti bancari possono essere monitorizzate e rese note a strutture istituzionali in caso di necessità.
4. Un nuovo superamento della sovranità: La cripto valuta “Diem”
Il Bitcoin ha sempre ambito a creare una moneta ove ognuno è la banca di se stesso, svincolandola dalle censure di un sistema sovrano, nel quale gli interventi di politica economica e monetaria inevitabilmente influiscono sul valore della stessa, inoltre riesce ad affrancarsi dalla mediazione del sistema bancario attraverso un sistema peer to peer, ove tutte le operazioni si svolgono nella massima trasparenza attraverso un registro decentrato presente sulla rete internet.
Nel 2019, il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, annuncia di voler lanciare la criptovaluta denominata “Libra”[17], con l’intento di superare il problema della stabilità nei rapporti di cambio riscontrata nel Bitcoin.
Libra, oggi ridenominata Diem, è una criptovaluta che, dal punto di vista tecnologico, non si discosta dal Bitcoin, utilizzando una tecnologia blockchain avanzata, l’uso di Merkle trees avanzate che permettono di memorizzare la cronologia del registro, sfruttando un modello noto come “Bizantine Fault Tollerance”[18], che gli permette di resistere ad oltre un terzo dei nodi della rete che risultassero difettosi o “disonesti”.
L’innovazione operata da “Diem” risiede nel sistema che garantisce la moneta, rappresentato non più da una comunità di aderenti alla piattaforma on-line, come avviene ad esempio nel Bitcoin, nella quale i “miners” verificano le transazioni, producono nuova moneta ed in virtù del compenso da loro incamerato per ogni transazione portata a buon fine garantiscono che il sistema funzioni senza defezioni, bensì da un agglomerato di corporation, dove la fiducia non è determinata da un soggetto terzo tradizionalmente individuata nello Stato o in un sistema di banche centrali, ma nel rapporto che si creerebbe tra gli aderenti alle piattaforme di social network e il loro proprietario[19].
Diem pertanto si candida a divenire, non senza importanti osteggiamenti, un sistema del tutto nuovo, complementare a quelli già in vigore, una moneta digitale che riduce il valore d’uso della moneta a puro valore di scambio.
Il vento di novità portato dalla rivoluzione “Libra/Diem”, non è stato condiviso dall’Unione Europea, non a caso la Commissione Europea, sta valutando il potenziale limitativo della concorrenza derivante dal progetto Libra Association, sia mediante un analisi della composizione e della governance, sia valutando il rischio di una riduzione della concorrenza derivante dall’uso del sistema di pagamento denominato “Diem”.
Il contenzioso apertosi tra Facebook e le istituzioni politiche, per l’avvio del progetto di “Diem Association”[20], ha prodotto una insolita accelerazione nell’economia digitale, invero il Bitcoin e le altre criptovalute hanno cominciato la loro avventura in borsa dove vengono scambiate sul mercato dei futures, gli Stati hanno risposto con l’iniziativa di realizzare la prima criptovaluta sovrana come la Cina, questa iniziativa evidenzia il conflitto latente tra Pechino e Washington sul commercio internazionale e l’ambizione della Cina ad attestarsi sul mercato digitale, anche per ragioni di politica interna[21].
Il progetto Diem Association presenta l’ennesimo scacco alla sovranità monetaria degli Stati, al punto che il Congresso degli Stati Uniti d’America, ha disposto l’audizione di Mark Zuckerberg proprio sul progetto di emettere moneta digitale garantita da un insieme di corporation; in tale occasione sono stati espressi dal Congresso forti dubbi sulla legittimità di tale sistema, evidenziando ancora una volta la volontà degli Stati di non cedere la propria sovranità monetaria, sul cui destino molto dipenderà dalla volontà dei consociati nella scelta di utilizzo dei sistemi di pagamento.
5. Conclusioni
Il dado è tratto, la criptomoneta ha ottenuto il successo auspicato al suo apparire, ed è sempre più diffusamente utilizzata nelle piccole e grandi transazioni, gli Stati pur non riconoscendo alle criptovalute una dignità equiparabile alla moneta avente corso legale, sono rimasti affascinati dalle potenzialità e versatilità d’uso al punto che già in molti hanno studiato il fenomeno e si apprestano in tempi brevi alla realizzazione di una cripto valuta sovrana.
Tuttavia la cripto valuta “autentica” è caratterizzata dalla sovranazionalità ed è questa caratteristica che la rende unica, gli Stati sono ben lontani dal cedere la loro sovranità gelosamente conservata per secoli, pertanto saranno gli utenti a dover decidere la definitiva morte della sovranità monetaria, utilizzando la cripto valuta sino alla sostituzione di quella avente corso legale.
Il caso “Libra/Diem”, inoltre, crea una situazione del tutto nuova nella quale la sfera giuridica viene indotta ad una condizione inerme, poiché opera nell’invisibilità in un non luogo giuridicamente intangibile. Lo scopo è quello di raggiungere, tramite la rete internet, miliardi di persone con la creazione di una moneta globale in “un ecosistema di sostegno funzionale del tutto autoconclusivo”[22].
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Note
[1] Nella esplicazione del concetto di sovranità la dottrina ha rilevato come: Il concetto di sovranità fu soltanto abbozzato dai Glossatori in antitesi con gli ordinamenti universalistici, derivando la radice del termine «sovranità» dal latino superior, volgarizzato tra il XII e il XIII secolo in superanus, da cui soveranus, souverain e sovrano; ma, contrariamente a quanto afferma pur autorevole dottrina, la sovranità non si poteva prestare a una qualche sistemazione giuridica in un contesto sociale così puntiforme. Così A. REPOSO, Sovranità, in Osservatorio Costituzionale, Gennaio 2015.
[2] Si veda al riguardo J. BODIN, Les six livres de la République, Paris, 1580 (1a ed. 1576); trad. it. di M. I. Parente, Torino, 1964, vol. I, p. 34 “Chi è sovrano non ha nessun potere al di sopra di sé, così che lo stato sovrano è espressione dell’istanza ultima che decide entro i confini di un determinato territorio e che non ammette ingerenze dall’esterno”.
[3] La Pace di Westphalia del 1648, pone fine al conflitto europeo più lungo e sanguinoso, la c.d. guerra dei trent’anni, un insieme di conflitti che si svolsero tra il 1618 e il 1648 in Europa che comportarono significativi mutamenti degli assetti politico-economici. Si veda in approfondimento: H.J. MORGENTHAU, “The problem of Sovereignty reconsidered” in Columbia Law Review, 1948
[4] S. KRASNER, “Sovereignty: Organized Hypocrisy”, Princeton University Press 1999.
[5] G. TEUBNER, “La cultura del diritto nell’epoca della globalizzazione: l’emergere delle costituzioni civili”, Roma, 2005.
[6] Si veda per approfondimenti: A. RUGGERI, “C’è chi chiede più sovranità, intendendo più autonomia di decisione, ma anche chi vorrebbe più iniziativa collettiva”, in Rivista di cultura politica, Il Mulino 2021 Bologna.
[7] Si P.PINNA, L’emergenza nell’ordinamento costituzionale italiano, Giuffrè 1988 Milano; A.RUGGERI, Trattato costituzionale, “europeizzazione dei “controlimiti” e tecniche di risoluzione delle antinomie tra diritto comunitario e diritto interno (profili problematici)”, in S. STAIANO (a cura di), Giurisprudenza costituzionale e principi fondamentali. Alla ricerca del nucleo duro delle Costituzioni, Giappichelli, Torino, 2006, pagine 827 e ss.
[8] L’emissione di moneta può essere centralizzata a valore indotto, oppure a fronte di una certa percentuale del valore emesso, che sia garantito da riserve monetarie (oro, argento, altri metalli).
[9] Si confronti in merito anche G. DI GIORGIO, “Banche centrali e politica monetaria”, Minerva Bancaria 2015
[10] V. CAIANIELLO, Costituzione europea e principio di sovranità, relazione al convegno organizzato da Società libera a Napoli il 25-26 maggio 2001, disponibile su: http://www.societalibera.org/it/documdi/documentodi_20.htm
[11] Secondo Hobbes la coniazione della moneta è diritto del sovrano, ma non appartiene all’”essenza” della sovranità, ai “segni” della sovranità, dai quali “si può riconoscere l’uomo, o l’assemblea di uomini, in cui è posto e risiede il potere sovrano”. Questi ultimi “sono infatti non trasmissibili e inseparabili. Il sovrano può trasferire il potere di coniare moneta [..] e tutte le altre prerogative statuite per legge, e nondimeno può mantenere il potere di proteggere i propri sudditi”. Si veda al riguardo: T. HOBBES, Leviatano, Capitolo XVIII, Roma-Bari, Laterza, 2014, 151
[12] L’autentica blockchain nasce permissionless, senza attribuzione di proprietà e senza intervento di enti di governo di riferimento. In una blockchain permissionless ciascun contributore può aggiornare i dati sui ledger e validarli. Non è quindi previsto alcun elemento di controllo dall’alto o censura.
[13] Così: F. LO BIANCO, “Bitcoin e criptovalute contro la sovranità”, ERGA EDIZIONI 2021 Genova.
[14] Un esempio di spoliazione del monopolio governativo nell’emissione della moneta avvenne con il Free Banking che ebbe iniziò nel 1837. Durante il periodo del Free Banking non esisteva una moneta cartacea scambiata al valore nominale ed emessa dalle autorità federali, esistevano banconote private emesse da banche autorizzate a livello statale, dette “free bank”. Alle “free banking law” era concesso emettere liberamente cartamoneta in circolazione a fronte del deposito presso l’autorità bancaria statale di obbligazioni statali o federali a garanzia delle banconote stesse.
[15] A ben riflettere è ciò che accade in quasi tutti i paesi del mondo con la presenza parallela di un sistema sanitario privato e un sistema sanitario pubblico. Con riguardo alle sue teorie Hayek ha affermato di non volere “proibire al governo di fare alcunché, ma esso non deve impedire agli altri di fare cose che questi possono fare meglio”.
[16] “Data stored in the blockchain are protected by a consensus protocol, which prescribes how to update the log, and how to choose among conflicting logs so that all nodes – network participants – eventually agree on the same log. The most famous consensus protocol is Bitcoin’s Nakamoto Consensus (NC), which belongs to a broad group of protocols called Proof-of-work (PoW) consensus protocols. In these protocols, miners – a special kind of participants – compete in solving a cryptographic puzzle generated from the blockchain and a group of new transactions – log entries”.. Così: R. ZHANG – B. PRENEEL “Lay down the common metrics: Evaluating proof-of-work consensus protocols’ security”. In 40th IEEE Symposium on Security and Privacy (S&P), pages 1190–1207. IEEE, May 2019.
[17] Libra Association, oggi rinominata Diem Association, è una cripto valuta ideata da un’associazione di aziende, la più nota delle quali è la Società statunitense Facebook, principale promotore del progetto.
[18] Il c.d. problema dei Generali Bizantini, sviluppato 1982, è un dilemma logico che illustra come un gruppo di generali bizantini potrebbe avere problemi di comunicazioni quando cerca di accordarsi sulla prossima mossa, in sostanza un generale è in grado di comunicare con un altro, soltanto tramite messaggi recapitati da un messaggero, tuttavia tali messaggi possono arrivare in ritardo, essere distrutti o smarriti. La Byzantine fault tolerance (BFT) è la proprietà di un sistema di resistere ai fallimenti derivanti dal Problema dei Generali Bizantini, tale proprietà di sistema, tramite gli algoritmi di consenso, permette a un sistema BFT di continuare ad operare anche se alcuni nodi falliscono o agiscono in modo disonesto.
[19] La Libra Blockchain è decentralizzata, costituita da un insieme di validatori che lavorano insieme per elaborare le transazioni e mantenere lo stato della blockchain. Questi validatori fanno parte dei membri della Libra Association, questi ultimi sono organizzazioni scelte in base a criteri oggettivi di partecipazione caratterizzati, in particolare, dall’avere interesse nell’investire risorse per il successo del sistema Libra.
[20] La Diem Association è un’organizzazione associativa, composta da membri diversi e indipendenti, senza fin di lucro, con sede a Ginevra (Svizzera). L’Associazione è progettata per facilitare il funzionamento della Libra Blockchain; per coordinare l’accordo tra i suoi stakeholders (i nodi validatori del network) nel loro proposito di promuovere la loro visione comune dell’inclusione finanziaria, sviluppare ed espandere il network e per gestire la riserva.
[21] La Banca Centrale cinese, valutando il fenomeno “Libra”, prendeva posizioni dichiarando: “Se Libra viene accettata da tutti e diventa uno strumento di pagamento ampiamente utilizzato, è del tutto possibile che dopo un po’ di tempo si trasformerà in una valuta globale e sovrana …. Dobbiamo pianificare in anticipo per proteggere la nostra sovranità monetaria”.
[22] Così: F. LO BIANCO, “Bitcoin e criptovalute contro la sovranità”, ERGA EDIZIONI 2021 Genova
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