Il fenomeno del telemarketing “selvaggio” e delle chiamate con numeri falsi (spoofing) ha raggiunto livelli tali da richiedere azioni concrete per garantire una maggiore protezione dei consumatori italiani. Sebbene siano già stati adottati strumenti come il Registro delle Opposizioni, la loro efficacia è limitata dal continuo proliferare di chiamate che utilizzano numeri camuffati, aggirando di fatto le normative attuali. In risposta, Assocall, l’Associazione Nazionale dei Contact Center aderente a Confcommercio, ha proposto un cambio di rotta nelle strategie di regolamentazione, puntando sulla necessità di bloccare direttamente le chiamate con numeri falsi.
Indice
- 1. La posizione di Assocall: contrastare lo spoofing alla fonte
- 2. Le proposte legislative e i limiti del Registro delle Opposizioni
- 3. Codice di Condotta del telemarketing: verso una regolamentazione volontaria e rigorosa
- 4. La tutela delle aziende oneste e la concorrenza sleale dei call center illegali
- 5. Un invito al legislatore: fermare lo spoofing prima di tutto
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1. La posizione di Assocall: contrastare lo spoofing alla fonte
Leonardo Papagni, Presidente di Assocall, ha recentemente depositato osservazioni presso le Commissioni Trasporti e Comunicazioni della Camera, sottolineando come la maggior parte delle chiamate indesiderate che i cittadini ricevono provenga da operatori esteri che utilizzano numeri italiani falsificati. Questo espediente rende inefficace il Registro delle Opposizioni, poiché i chiamanti risultano irrintracciabili, operando senza rispettare le norme di privacy. Secondo i dati del Garante Privacy, circa l’80% delle chiamate aggressive derivano da operatori illegali che si avvalgono dello spoofing, rendendo il blocco di queste chiamate una priorità.
Assocall ha inoltre evidenziato che la tecnologia necessaria per bloccare le chiamate con numeri contraffatti è già disponibile e viene attualmente utilizzata in paesi come gli Stati Uniti, la Francia e il Regno Unito. Pertanto, la richiesta all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) è di accelerare l’attuazione di misure tecniche per filtrare tali chiamate alla fonte. Come sottolineato da Papagni, queste misure ridurrebbero significativamente il volume delle chiamate indesiderate, garantendo che solo le chiamate legittime, effettuate con consenso esplicito, possano raggiungere i consumatori.
2. Le proposte legislative e i limiti del Registro delle Opposizioni
In parallelo all’intervento di Assocall, il Parlamento sta discutendo diverse proposte di legge per limitare il telemarketing aggressivo. Tra queste, si prevede un nuovo registro dei consensi in cui solo gli utenti iscritti potrebbero ricevere chiamate commerciali, e un obbligo di prefisso unico per identificare le chiamate di telemarketing. Tuttavia, secondo Assocall, queste misure rischiano di essere inefficaci se non si affronta alla radice il problema dello spoofing.
Assocall osserva che, senza il blocco delle chiamate con numeri falsi, i consumatori potrebbero continuare a ricevere telefonate illegali anche con un prefisso unico o un registro dei consensi. Inoltre, c’è il rischio che le aziende oneste, che rispettano le normative italiane, siano penalizzate da queste restrizioni, mentre i call center illegali che operano dall’estero continuerebbero a sfuggire alle regole. Papagni propone quindi un approccio graduale: attuare subito misure antispoofing e poi valutare se ulteriori regolamentazioni siano effettivamente necessarie.
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3. Codice di Condotta del telemarketing: verso una regolamentazione volontaria e rigorosa
Assocall sta promuovendo l’adozione di un Codice di Condotta per il telemarketing, che verrà aperto alle adesioni entro novembre 2024. Il codice mira a stabilire regole di trasparenza e verifiche rigorose per garantire che le chiamate commerciali rispettino i diritti dei consumatori, monitorando ogni fase dal primo contatto fino alla stipula di eventuali contratti. Solo le aziende che seguono questo codice di condotta saranno autorizzate a operare, con l’obiettivo di ridurre al minimo i comportamenti scorretti che danneggiano l’immagine delle imprese rispettose delle normative.
Assocall sottolinea che un’adesione volontaria ai codici di condotta da parte dei call center, accompagnata da controlli rigorosi, sarebbe una soluzione più efficace rispetto a un obbligo di adesione indiscriminato. Questo modello permetterebbe infatti di distinguere e valorizzare le aziende che operano in conformità alle leggi italiane, offrendo al contempo ai consumatori una maggiore protezione senza compromettere il settore.
4. La tutela delle aziende oneste e la concorrenza sleale dei call center illegali
Il presidente di Assocall ha anche evidenziato il problema della concorrenza sleale che le aziende oneste subiscono a causa dei call center illegali che utilizzano numeri falsi. Tali operatori sfruttano le lacune normative per ottenere profitti a scapito di aziende che rispettano le leggi e impiegano migliaia di lavoratori in Italia. In questo contesto, le nuove proposte legislative potrebbero portare le aziende legittime a considerare un trasferimento all’estero per sfuggire alle restrizioni, lasciando il mercato nazionale nelle mani di operatori illegali.
5. Un invito al legislatore: fermare lo spoofing prima di tutto
In conclusione, Assocall invita il legislatore a concentrare le proprie energie sulla lotta contro lo spoofing. Secondo l’associazione, solo una volta risolto il problema delle chiamate con numeri falsi sarà possibile valutare l’efficacia del Registro delle Opposizioni e di altre misure di tutela. Assocall sottolinea che il sistema italiano è già uno dei più regolamentati d’Europa nel campo del telemarketing e che, con le giuste misure tecniche, può diventare un modello di equilibrio tra protezione dei consumatori e libertà delle imprese di operare correttamente.
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