Telemarketing selvaggio e spoofing: come ridurre le chiamate indesiderate

Non è solo la frequenza di queste chiamate a destare preoccupazione, ma il fatto che è quasi impossibile difendersi dal telemarketing selvaggio.

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Alzi la mano chi non ha mai avuto a che fare con il telemarketing selvaggio. Quelle telefonate che provengono da numeri di cellulare assortiti (e falsi, pertanto irrintracciabili), a qualsiasi ora del giorno, interrompendo momenti di vita privata e professionale, con operatori o addirittura con messaggi preregistrati, stanno diventando uno dei tormentoni più fastidiosi del nostro quotidiano.
Tuttavia, oggi non è solo la frequenza di queste chiamate a destare preoccupazione, ma il fatto che è quasi impossibile difendersi dal telemarketing selvaggio, che prolifera grazie a una pratica che lo rende, di fatto, imbattibile: lo spoofing.
Con questo termine si identifica una tecnica con cui gli operatori fraudolenti, o semplicemente scorretti, falsificano i numeri di telefono visualizzati sui nostri dispositivi, mascherando le proprie identità. In altre parole, ci arrivano telefonate da numeri di cellulare sempre diversi, potenzialmente infiniti, che è sempre più complesso arginare, perché bloccato uno, ecco che la telefonata arriva da un altro.
Ecco che quindi il tema non è più (solamente) combattere il telemarketing a colpi di sanzioni e di norme sulla protezione dei dati, ma bloccare lo spoofing.

Indice

1. Lo spoofing: cos’è e come compromette i diritti dei consumatori


Lo spoofing è una tecnica in cui il chiamante manipola il numero visualizzato sul dispositivo del destinatario per far apparire un numero diverso da quello reale. Tale numero potrebbe sembrare appartenere a un ente legittimo, a un numero conosciuto o persino a un contatto locale, inducendo l’utente a rispondere con maggiore probabilità rispetto a quanto farebbe per un numero sconosciuto o estero.
Ma perché si dovrebbe intervenire in modo così incisivo sullo spoofing? Questa pratica, oltre a essere invasiva, mina le basi della privacy e della trasparenza nelle comunicazioni. Infatti, il destinatario di una chiamata ha il diritto di conoscere l’identità del chiamante e di decidere se rispondere o meno. La possibilità di manipolare questa informazione crea un notevole squilibrio, con un potenziale impatto sia sulla fiducia dei consumatori verso le telecomunicazioni sia sulla loro sicurezza, aprendo le porte a pratiche commerciali sleali e frodi.

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2. Limiti del registro delle opposizioni


Mi sono iscritto al Registro delle Opposizioni, perché continuo a ricevere chiamate indesiderate?
Il Registro delle Opposizioni, introdotto per offrire ai consumatori un meccanismo di difesa contro le chiamate di telemarketing non desiderate, è una lodevole iniziativa, ma purtroppo nella vita quotidiana, lo vediamo tutti i giorni, non risolve il problema dello spoofing.
Anche se un utente iscrive il proprio numero nel Registro, non è protetto dalla possibilità di essere contattato tramite un numero falsificato. Infatti, le chiamate con numeri contraffatti possono aggirare facilmente questo tipo di filtro, frustrando gli sforzi dei consumatori per preservare la propria privacy. Il risultato è una situazione di inefficacia che erode la fiducia nelle istituzioni e nelle regole vigenti.
Di fatto, senza una soluzione tecnologica che blocchi lo spoofing alla fonte, il Registro delle Opposizioni diventa un’arma spuntata nella battaglia contro il telemarketing selvaggio.

3. La proposta di bloccare lo spoofing: una soluzione tecnologica necessaria


Perché bloccare lo spoofing potrebbe rappresentare una svolta decisiva? La risposta sta nella natura stessa di questa tecnologia. Bloccando le chiamate che non provengono da numeri autentici, si evita l’inganno alla base della gran parte delle chiamate aggressive e indesiderate. Alcuni paesi, come Stati Uniti, Regno Unito e Francia, hanno già implementato sistemi di identificazione dei numeri contraffatti che permettono di ridurre drasticamente il numero di chiamate fraudolente.
In pratica, questi sistemi verificano l’autenticità dei numeri in uscita prima che raggiungano il destinatario, bloccando le chiamate con numeri fasulli. Questa tecnologia è pronta e disponibile per essere implementata anche in Italia, dove potrebbe offrire risultati concreti nella lotta contro il telemarketing abusivo.
In Italia, l’adozione di tecnologie anti-spoofing potrebbe sembrare una soluzione immediata e semplice, ma ci sono alcuni ostacoli da superare, tra cui la regolamentazione delle telecomunicazioni e le dinamiche del mercato. Gli operatori telefonici italiani potrebbero incontrare difficoltà nel mettere a punto un sistema di blocco in grado di operare su vasta scala e richiederebbe un coordinamento sia a livello tecnico che giuridico per garantire il rispetto delle normative sulla privacy.
Un’implementazione efficace richiederebbe quindi un intervento normativo che obblighi tutti i fornitori di servizi a identificare e bloccare i numeri falsi, assicurandosi che vengano utilizzati solo numeri autentici e verificabili per le chiamate di telemarketing. Anche l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) potrebbe giocare un ruolo cruciale nel supportare lo sviluppo e la gestione di questo sistema, garantendo al contempo la trasparenza e la tutela dei dati personali degli utenti.

4. L’impatto dello spoofing sul mercato del telemarketing


Bloccare lo spoofing non è solo una questione di privacy per i consumatori, ma anche un passo importante per riqualificare il settore del telemarketing stesso. L’abuso dello spoofing e l’intrusività delle chiamate non richieste hanno minato la credibilità del settore, associandolo a pratiche aggressive e poco etiche. Un sistema di blocco delle chiamate falsificate permetterebbe di distinguere tra operatori rispettosi delle norme e quelli che operano al di fuori di esse, fornendo un vantaggio competitivo ai primi e restituendo fiducia ai consumatori.
Inoltre, la regolamentazione dello spoofing potrebbe incentivare le aziende di telemarketing a migliorare la propria reputazione, implementando strategie di comunicazione trasparenti e rispettose. Ciò consentirebbe agli operatori seri di distinguersi e di guadagnare maggiore fiducia, trasformando il telemarketing da “nemico” a potenziale risorsa per l’economia e l’occupazione.

5. Conclusione


La decisione di implementare tecnologie che blocchino lo spoofing in Italia rappresenta non solo una scelta tecnica, ma anche un impegno verso la protezione della privacy e la trasparenza nelle telecomunicazioni. Le conseguenze dell’adozione di queste misure sarebbero significative sia per i consumatori che per il settore del telemarketing, trasformando radicalmente la percezione e la regolamentazione delle chiamate commerciali.
Lo spoofing è una pratica che aggredisce la privacy degli utenti, poiché utilizza la manipolazione dei numeri telefonici per ingannare il destinatario, rendendolo vulnerabile ad attacchi di phishing, frodi, e continui disturbi. La privacy è un diritto fondamentale e il numero di telefono è una delle componenti principali della nostra identità digitale, collegato a dati sensibili come le abitudini di acquisto, i contatti personali, e, in alcuni casi, le informazioni bancarie. Consentire che tale identità venga manipolata attraverso pratiche di spoofing mette a rischio la sicurezza dei dati degli utenti, con implicazioni anche per la sicurezza informatica su larga scala.
Bloccare lo spoofing, quindi, rappresenta una difesa non solo per il singolo utente ma per la collettività. La creazione di un ambiente di comunicazione sicuro e autentico può aumentare la fiducia verso i servizi telefonici, riducendo il rischio che i consumatori cadano in trappole fraudolente. Inoltre, limitare l’accesso di operatori poco scrupolosi a tecniche di manipolazione dei numeri può ridurre la probabilità di attacchi mirati contro le categorie più vulnerabili, come gli anziani, spesso vittime di truffe telefoniche.
L’introduzione di blocchi per lo spoofing potrebbe diventare un catalizzatore per un’evoluzione positiva del settore del telemarketing. Attualmente, l’aggressività delle chiamate indesiderate ha prodotto un effetto negativo sulla reputazione di questo mercato, con i consumatori sempre più diffidenti nei confronti di qualunque numero non conosciuto. Questa sfiducia generalizzata non danneggia solo gli operatori scorretti, ma anche quelli che rispettano le regole e svolgono la propria attività con trasparenza.
Incentivare la regolamentazione contro lo spoofing potrebbe aiutare il settore del telemarketing a ripulire la propria immagine e a separare le attività lecite dalle pratiche ingannevoli. Aziende che operano in modo rispettoso potrebbero beneficiare di una maggiore fiducia da parte dei consumatori, vedendo crescere l’efficacia delle proprie campagne di marketing. Questo permetterebbe al telemarketing di recuperare il suo ruolo come strumento di comunicazione utile, non solo come sinonimo di disturbo.
Un telemarketing etico e regolamentato, fondato su chiamate trasparenti e numeri autentici, potrebbe perfino incentivare le aziende a migliorare l’approccio verso i clienti, investendo in strategie di fidelizzazione e personalizzazione, piuttosto che in approcci invasivi e impersonali.
Per implementare con successo il blocco dello spoofing, è cruciale la collaborazione tra le autorità di regolamentazione e i provider di servizi di telecomunicazione. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) e i vari operatori di rete dovrebbero lavorare congiuntamente per definire standard tecnici e normativi, assicurando che il blocco delle chiamate falsificate sia efficace, uniforme e rispettoso delle normative sulla privacy.
Una delle difficoltà potrebbe consistere nel bilanciare la necessità di bloccare le chiamate fraudolente con la tutela della libera comunicazione per gli utenti legittimi. Tuttavia, i successi ottenuti in altri paesi dimostrano che tale bilanciamento è possibile. Implementare un sistema di verifica dei numeri senza compromettere la sicurezza e la riservatezza degli utenti è una sfida che può essere superata attraverso l’adozione di tecnologie di autenticazione avanzate e di sistemi di filtraggio accurati.
Inoltre, il governo potrebbe offrire incentivi per favorire l’adozione di queste tecnologie da parte dei provider, accelerando il processo di implementazione e sensibilizzando i consumatori riguardo ai loro diritti e alle nuove protezioni a disposizione.

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Avv. Luisa Di Giacomo

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