La teoria dell’impresa e la rivoluzione svolta dall’articolo 2.082 del Codice Civile italiano e l’articolo 966 del Codice Civile brasiliano.
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Indice
1. Insorgenza della Teoria dell’Impresa
La Teoria dell’impresa sorge in Italia negli anni Quaranta come nuovo sistema di regolazione delle attività economiche dei privati[1], oltre a proporre la separazione del concetto di impresa dal concetto di imprenditore. Il primo essendo definito come attività economica organizzata per la produzione di beni e servizi e, il secondo, come soggetto di diritto professionale, sia esso persona fisica o giuridica.
2. I profili dell’impresa di Alberto Asquini
Per Cesare Vivante, l’impresa è “un organismo economico, che impiega i mezzi necessari per ottenere un prodotto destinato allo scambio, a rischio l’imprenditore”[2]. Nella concezione di Alberto Asquini, l’impresa sarebbe suddivisa in quattro profili: il profilo oggettivo, il profilo soggettivo, il profilo funzionale e il profilo istituzionale. Il profilo oggettivo sarebbe quello responsabile di strumentalizzare l’attività imprenditoriale, come i beni materiali ed i beni immateriali, intesi come esercizio commerciale; il profilo soggettivo sarebbe colui che esercisce l’attività imprenditoriale, sia esso attività fisica o giuridica; il profilo funzionale, a sua volta, sarebbe l’attività propria dell’imprenditore; infine, il profilo aziendale sarebbe quello che riunisce l’imprenditore ed i suoi dipendenti, che fanno confluire i propri sforzi per il raggiungimento di un obiettivo comune.
Il concetto di impresa è il concetto di un fenomeno economico poliedrico, il quale ha sotto l’aspetto giuridico non uno, ma diversi profili in relazione ai diversi elementi che vi concorrono. Le definizioni giuridiche dell’impresa possono quindi essere diverse secondo il diverso profilo, da cui il fenomeno economico è riguardato. È questa la ragione della mancata definizione legislativa; è questa, almeno in parte, la ragione del mancato incontro delle diverse opinioni finora manifestate nella dottrina. [3].
La teoria dell’impresa diventò il principale riferimento nel Diritto Commerciale Italiano, influenzando altre aree del diritto. Il suo consolidamento rappresentò non solo un superamento della Teoria degli Atti di Commercio, ma anche un adattamento del Diritto Commerciale alle nuove realtà dell’economia globalizzata.
Prima della promulgazione del Codice Civile Italiano del 1942, non esisteva una regolamentazione chiara sulla figura dell’imprenditore. La legislazione italiana considerava l’attività imprenditoriale come una libera professione, non riconoscendo l’autonomia dell’impresario. Ciò cambiò con l’emanazione dell’articolo 2.082, che definì l’imprenditore come “colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata per la produzione o lo scambio di beni o di servizi”[4]. Questa definizione fu integralmente adottata dall’ordinamento giuridico brasiliano nell’articolo 966 del Codice Civile Brasiliano.
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3. L’influenza del Codice Civile Italiano nel Diritto Brasiliano
La rivoluzione operata dall’articolo 2.082 del Codice Civile Italiano e la sua adozione da parte del Brasile nell’ articolo 966 del Codice Civile Brasiliano rappresentano una pietra miliare nella storia della legislazione civile di entrambi i Paesi. L’obiettivo principale dei due articoli fu quello di modificare la natura dell’impresa, che passò dall’essere entità meramente economica all’essere entità dotata di personalità giuridica propria.
L’adozione della Teoria dell’Impresa da parte dell’articolo 966 rappresenta un esempio di come il diritto comparato possa contribuire all’evoluzione del diritto nazionale. Ispirandosi alla legislazione italiana, il Brasile acquisì la possibilità di promuovere una regolamentazione più chiara e adeguata alla figura dell’imprenditore, che portò in dote una visione più aggiornata e completa di quella che è considerata attività imprenditoriale, favorendo, inoltre, una maggiore certezza del diritto per gli impresari e una maggiore tutela dei diritti dei consumatori.
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- [1]
COELHO, Fábio Ulhoa. Manual de direito comercial: direito de empresa. 23. ed. São Paulo: Saraiva, 2011
- [2]
VIVANTE, Cesare. Trattato di diritto commerciale. 4. ed. Milano: Francesco Vallardi. [s.d.] p. 150-151
- [3]
ASQUINI, Alberto. Profili Dell’impresa. in Rivista del Diritto Commerciale, 1943, v. 41, I. Disponibile su: https://www.rivistadeldirittocommerciale.com/fascicoli/1943-numero-1-2/39551-profili-dellimpresa. Consultato il 18 aprile 2023
- [4]
Art. 2082 (Imprenditore). È imprenditore chi esercita professionalmente un”attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi.
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